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I pensionati ex INPDAP

Fino a pochi anni fa i lavoratori degli enti statali, quali scuole o ministeri, godevano di un trattamento pensionistico particolare, gestito da un ente che si occupava solo delle loro posizioni, chiamato INPDAP. Oggi questo ente è stato assorbito dell'INPS. Nonostante questo i lavoratori ed i pensionati ex INPDAP possono ancora oggi godere di alcune particolari condizioni, che non vengono concesse a tutti i pensionati. I pensionati ex INPDAP, così come i lavoratori pubblici, che sono impiegati nell'attuale posizione da almeno 10 anni, possono richiedere alcune particolari forme di prestito, che in genere sono automaticamente accettate dalle banche. Si tratta di un trattamento particolare, che deriva dal fatto che gli enti pubblici garantiscono uno stipendio fisso che viene pagato con regolarità, senza le fluttuazioni che si possono verificare nelle aziende private.
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I prestiti ex inpdap

La gran parte delle banche convenzionate con gli istituti previdenziali, quale l'INPS, permettono ai pensionati ed ai lavoratori ex INPDAP di ricevere un particolare trattamento creditizio. Questo tipo di prestiti ancora oggi vengono chiamati prestiti ex INPDAP, per racchiudere in una semplice frase tutte le condizioni di tali mutui. Il prestito ex INPDAP viene chiamato in genere piccolo prestito, perché su tratta du cifre pari a una o più mensilità del richiedente. La richiesta può venire fatta presso gli sportelli delle banche convenzionate con l'ente previdenziale e in genere non necessita di lungaggini burocratiche o di eccessive verifiche per venie accettata. In linea generale la concessione di un prestito ex INPDAP è quasi immediata, in quanto la posizione creditizia del richiedente viene garantita dall'ente previdenziale stesso.

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    Il valore dei prestiti ex INPDAP

    I prestiti ex INPDAP vengono chiamati anche piccoli prestiti perché le somme richiedibili sono decisamente contenute. Questo tipo di credito funziona in questa maniera: il pensionato, o il lavoratore di un ente pubblico d almeno 10 anni, può richiedere un prestito pari ad una mensilità media del suo stipendio, che restituirà in 12 rate mensili. La cifra può essere aumentata, rendendola pari a due, tre, quattro, cinque mensilità, aumentando anche il numero di anni necessari per la restituzione. Per i pensionati però la rata mensile non deve mai superare una cifra pari ad un quinto della pensione media mensile. Quindi si ha una sorta di tetto oltre cui il piccolo prestito non può salire. Questi piccoli prestiti non necessitano di motivazioni per poter venire erogati e in genere l'accettazione della richiesta da parte dell'INPS è quasi certa.


    Come avviene il versamento delle rate

    Visto che il prestito ex INPDAP viene praticamente gestito dall'ente previdenziale che versa lo stipendio o la pensione al debitore, la rata viene direttamente detratta dall'emolumento mensile. Quindi non c'è possibilità di saltare una rata o di diminuirne il valore per motivi particolari. Nel caso in cui il pensionato che ha richiesto il piccolo prestito muoia, o che il lavoratore sia soggetto ad incidenti che ne causano l'invalidità totale, le restanti rate del prestito non vengono più richieste. Se il lavoratore che ha ricevuto il piccolo prestito ex INPDAP dovesse cambiare lavoro, restando sempre in un ente pubblico, sarà premura dell'INPS di comunicare al nuovo ente l'entità del prestito e delle restanti rate. Lo stesso avviene se il lavoratore va a lavorare in un'altra amministrazione: il prestito verrà sempre gestito dall'INPS, ma le rate verranno gestite dal nuovo datore di lavoro.




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